E’ stato presentato il 25 Settembre a Roma “Segregare costa. La spesa per i ‘campi nomadi’ a Napoli, Roma e Milano”.
Nel rapporto, risultato del lavoro di ricerca realizzato dalla cooperativa Berenice, dalle associaizoni Compare, Lunaria e OsservAzione, vengono analizzati i fondi pubblici investiti in queste tre metropoli italiane tra il 2005 e il 2011 per l’allestimento e la gestione del sistema dei “campi nomadi”, gli spazi che le istituzioni hanno privilegiato per “ospitare” rom, sinti e camminanti nelle nostre città.
La cifra complessiva è di almeno cento milioni di euro: soldi investiti dalle istituzioni per portare avanti la “politica dei campi”, una politica segregazionista e ghettizzante non solo dal punto di vista spaziale e abitativo, ma anche sociale e culturale. Un sistema che, inoltre, non ha raggiunto risultati significativi in termini di una reale autonomizzazione delle persone.
Alla luce dei dati analizzati e dei risultati emersi, è urgente e necessario che le istituzioni cambino del tutto il proprio approccio, abbandonando soluzioni “temporanee” e “ghettizzanti” per progetti di inclusione abitativa, sociale e lavorativa.
I “piani nomadi” devono e possono essere sostituiti da “Piani di chiusura dei campi nomadi”, prefigurando soluzioni abitative alternative, concordando con i residenti tempi e modalità del cambiamento.
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